Fondazione Tercas, quiete dopo la tempesta: approvato il bilancio, dimenticato il caso ‘conflitto di interessi’

‘Congelato’ il discorso relativo alla presidenza dopo la ratifica delle dimissioni di Mancini. Via al percorso per la rielezione di mezzo Cda

TERAMO – La quiete dopo la tempesta. Oppure, forse, una tregua in attesa della ricomposizione delle linee. Sta di fatto che il Consiglio di indirizzo della Fondazione, tornato a riunirsi dopo il lockdown, è vissuto su un’apparente calma, quasi che le polemiche di questi mesi, i colpi bassi e i veleni appartenessero a un periodo già archiviato. Questo clima di concordia ha fatto sì che venissero ratificate le dimissioni del presidente-lampo (è durato in carica appena 7 mesi) Gianfranco Mancini, approvato il bilancio di esercizio riferito al 2019 e concordato di ‘congelare’ il discorso relativo alla indicazione del nuovo presidente.

Soprattutto, non si è parlato dei presunti conflitti di interesse eccepiti ai consiglieri Attilio Danese ed Enrica Salvatore. Ha prevalso il buon senso, dopo una istruttoria ‘anomala’ e poco approfondita dell’organo di vigilanza, sul caso (falso) riferito alla ex presidente: l’episodio è stato archiviato come incidente di percorso.

La riunione ha portato alla composizione della commissione che dovrà vagliare i curricula (circa una quarantina) in corsa per il rinnovo di 4 componenti del Consiglio di amministrazione e dell’intero collegio dei revisori. Ricordiamo che nel Cda sono scaduti i mandati di Gianni AgostinelliAlessandro Di IlarioMarco Di Pietro e del vicepresidente Marino Iommarini: di questi soltanto due possono essere ricandidabili (Agostinelli e Di Pietro), tutti gli altri hanno raggiunto il numero dei rinnovi previsti dallo statuto e dunque fuori gioco. Sono tutti scaduti invece i revisori (Filippo SerafiniNicola Di SanteMaria Gabriella Franceschini).  

Quello della nomina dei nuovi consiglieri e revisori è partita che va giocata entro la prima decade di luglio ed è importante perchè anticipa il confronto più forte, quello del prossimo novembre, quando nell’attuale Consiglio di indirizzo resteranno in carica i soli Luca ScarpantoniCristina Martella e Giovanni Colella. Saranno 7 i nomi da rinnovare ed è per questo che la politica ha scaldato i motori già dallo scorso mese di ottobre, giocandosi tutto, perfino il rischio di un commissariamento (evitato con le dimissioni di Mancini che il Mef aveva dichiarato presidente illegittimo), che sarebbe stato epocale per a Fondazione Tercas.